Un albero in più

“All’ombra del campanile”, Caritas Ambrosiana risponde all’appello per la riforestazione delle aree urbane

La Caritas Ambrosiana verificherà la diponibilità delle parrocchie ad aderire all’appello lanciato dalle Comunità Laudato si’ per la riforestazione delle aree urbane del Paese: 60 milioni di alberi, uno per abitante, nel più breve tempo possibile. Il progetto “All’ombra del campanile” prevede di individuare le aree di pertinenza delle parrocchie da mettere a disposizione per la messa a dimora di alberi. L’esplorazione inizierà, in particolare, dall’area metropolitana di Milano, in sinergia e collegamento con il programma ForestaMi, lanciato nei giorni scorsi dal Comune in risposta proprio alla campagna promossa dal movimento.

L’annuncio è stato dato, oggi, da Luciano Gualzetti, il direttore della Caritas Ambrosiana e delegato delle Caritas Lombarde, alla presentazione del primo road show delle Comunità Laudato si’, al Refettorio Ambrosiano alla presenza dei fondatori del movimento impegnato a promuovere la riflessione per la realizzazione di buone prassi ispirate all’enciclica di papa Francesco. Il progetto sarà illustrato ai rappresentanti delle Caritas parrocchiali nel corso del convegno diocesano del prossimo 9 novembre alla presenza dell’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini.

Nell’appello firmato  insieme a fondatori del movimento Comunità Laudato si’ – il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili e il gastronomo Carlo Petrini – lo scienziato Stefano Mancuso, direttore del International Laboratory of Plant Neurobiology (LINV) scrive che l’anidride carbonica (CO2) che si accumula nell’atmosfera è la principale responsabile del cosiddetto “effetto serra” e, quindi, dell’innalzamento della temperatura. Dall’innalzamento della temperatura derivano i problemi che affliggono oggi il pianeta: carestie, fame, guerre, migrazioni, catastrofi naturali dipendono spesso, in maniera diretta o indiretta, dal riscaldamento globale. «Vivere secondo criteri di sostenibilità, ridurre sensibilmente i consumi di carne, razionalizzare i trasporti, sviluppare tecnologie che consentano un uso quotidiano e diffuso di energie rinnovabili sono azioni che abbassano le emissioni di CO2. Ma questi comportamenti presuppongono un cambiamento culturale profondo che, in quanto tale, richiede tempo. Tempo che non abbiamo», sostengono i firmatari dell’appello per i quali «è urgente affiancare a questi processi di graduale conversione ecologica, azioni che portino molto rapidamente ad un abbassamento dei livelli di CO2». Una di queste azioni è piantare alberi. Soprattutto le nostre città dove – fanno notare – si produce il 70% della CO2 globale. Da qui la proposta rivolta a cittadini, organizzazioni, aziende pubbliche e private, e alle istituzioni locali e nazionali (dal comune al governo) di dare il via alla piantumazione di 60 milioni di alberi entro il 2020.

Il comune di Milano ha risposto all’appello, annunciando un progetto pilota per la messa a dimora di 100mila piante a partire dalla prossima stagione agronomica e di voler allargare questo piano nel tempo, individuando spazi di proprietà pubblica e privata dove realizzare nuove aree verdi.

La Caritas Ambrosiana, che ha aderito al movimento costituendo un gruppo di lavoro dedicato, intende dare il proprio contributo raccogliendo la disponibilità delle parrocchie a collaborare per individuare, le aree di loro proprietà, dagli oratori alle adiacenza delle chiese alle scuole, da destinare ad un programma di piantumazione in sinergia con l’ente pubblico e verificare le modalità di gestione.  Secondo le indicazioni dei promotori, la ricerca partirà proprio da Milano e dalla sua area metropolitana con l’obiettivo di estenderla a tutte le parrocchie che compongono la Diocesi, molte delle quali strettamente integrate nel tessuto urbano.

«La Caritas Ambrosiana si occupa di poveri, lo ha fatto fino ad oggi e continuerà a farlo anche per il futuro. Ma proprio, perché, si occupa di loro, sa che sono proprio loro le vittime più indifese dei cambiamenti climatici», precisa Luciano Gualzetti.  «Nella enciclica Laudato sì, papa Francesco ci ha insegnato a cogliere l’intreccio tra i problemi della povertà e quelli della tutela del creato. Proprio la vicende che oggi riguardano la foresta amazzonica sono un caso emblematico. Nel documento che prepara il prossimo sinodo dei vescovi della regione Panamazzonica si afferma che la vita in quella regione è minacciata tanto dallo sfruttamento ambientale, quanto dalla violazione dei diritti umani. Ora piantare un albero in parrocchia e prendersene cura può essere un gesto concreto per contribuire in maniera diretta, nel proprio piccolo, alla tutela del creato. Ma è anche un gesto simbolico che, se accompagnato da un riflessione, può far maturare nelle nostre comunità quella coscienza ad una visione ecologica integrale dei problemi di cui parla papa Francesco».

Il road show delle comunità Laudato si’

Nel corso della conferenza stampa è stato presentato anche il programma del primo road show delle comunità Laudato si’. La prossima tappa sarà Brescia. Al parco diffuso delle Cave, sabato 28 settembre dalle ore 17.30, si terrà l’evento “Oltre la plastica”. Dopo un aperitivo plastic-free, si dialogherà sulle migliori partiche di riutilizzo del materiale di riciclo. Interverranno Beatrice Mazzocchi dell’Associazione culturale 7milamiglialontano, Caterina Calabria di Officina Laudato si’ della Diocesi di Brescia, Maria Luisa Boccacci di Comunità Laudato sì della Diocesi di Rieti e Anna Baldacchini di Officina Sociale Rete Cauto, Marco Danesi, vicedirettore della Caritas diocesana di Brescia. Per l’occasione, nell’ambito dell’iniziativa “Un cuore blu in città” sarà ormeggiato nel lago al centro del Parco della Cave il catamarano Itaca realizzato da 7milamiglialontano e Cauto con bottiglie di plastica recuperate.  In questo modo l’imbarcazione concluderà idealmente la crociera che ha compiuto questa estate nei laghi bresciani per sensibilizzare l’opinione pubblica sul recupero della plastica, materiale che oggi è una delle cause di inquinamento dei nostri mari e oceani.

Terzo e ultimo appuntamento in cartellone l’evento “Semi di ricostruzione” a Bergamo. Martedì 1 ottobre dalle ore 19 presso l’Abbazia San Paolo d’Argon si farà il punto sugli interventi di ricostruzione nelle “terre mutate”. Al centro dell’attenzione, in particolare, i progetti che hanno riguardato i monasteri, centri di cultura, arte e di fede, dai quale può ripartire la spinta per rimettere in moto le comunità e riaccendere anche l’interesse turistico. Interverranno Domenico Pompili, Luciano Gualzetti, Roberto Trussardi, direttore della Caritas Bergamasca e Giulio Dellavite, segretario generale della Diocesi di Bergamo.

Le Comunità Laudato sì sono libere associazioni di persone che intendono promuovere iniziative ispirate all’ enciclica di papa Francesco da cui traggono il nome. Il movimento nato nei luoghi che nel 2016 e 2017 sono stati l’epicentro del terremoto, sotto l’impulso del vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili e dal fondatore di Slow Food Carlo Petrini, si sta diffondendo in tutta Italia. Le Caritas della Lombardia, legate da un rapporto di gemellaggio con la Diocesi di Rieti e impegnate nei progetti di ricostruzione post terremoto, ne stanno promuovendo la diffusione.

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