Le Comunità Laudato si’ tornano a incontrarsi insieme dopo due anni di pandemia: e quest’emergenza Covid, cui si è aggiunta la guerra, «hanno spostato il riferimento rispetto al disastro ambientale annunciato che sarà molto più grave dei due anni che abbiamo passato», esordisce Carlo Petrini nell’aprire il forum delle Comunità che torna a svolgersi laddove l’esperienza è nata dall’intuizione del leader di Sloow Food e del vescovo Domenico Pompili: Amatrice. All’Auditorium Monti della Laga e l’indomani a Rieti all’auditorium Santa Scolastica, sono convenuti rappresentanti di diverse Comunità sorte in Italia per riflettere in particolare sul tema delle risorse, alimentari ed energetiche, in vista di quella transizione ecologica di cui tutti parlano senza probabilmente aver ben chiara la drammaticità della situazione. Al Forum, che aveva per tema “Dialogo sulla transizione ecologica: cibo, energia e risorse naturali”, coordinato dal giornalista Stefano Arduini, è stata affrontata la questione delle comunità energetiche, pensando all’idea che le Comunità Laudato si’ possano fungere da apripista per quella che appare una via percorribile di utilizzo virtuoso delle risorse. Del resto, spiega il gesuita francese Gaël Giraud, economista del Cnrs di Parigi, ci troviamo in un momento di trasformazione epocale e occorre «pensare a una società diversa» in cui ogni realtà locale possa autoprodurre la propria energia. Non, però, con «un metodo autoritario», secondo il modello cinese, in cui tutto è imposto dall’alto, ma con un’opzione “partecipata”: «Un’alleanza tra istituzioni pubbliche e società civile» secondo un modello decentralizzato, dove ogni comunità «a partire dalla capacità di produrre energia dal basso per essere autosufficiente» giunge a ottenere «autorità politica» per contare veramente. Un’esigenza non più rinviabile, insiste Petrini, ribadendo che dalla politica non ci si può aspettare più di tanto e occorre un movimento che parta dal basso: «Siamo a un livello di irreversibilità. Con lo sconquasso della pandemia e poi la guerra…la politica si sofferma su queste due emergenze e trascura l’emergenza ecologica». Il problema riguarda tanto le risorse energetiche quanto quelle alimentari: «Come manca il gas, manca il grano. Da anni i movimenti ambientalisti insistono nel rivendicare la sovranità alimentare dei popoli, e invece abbiamo almeno dieci paesi condizionati dal grano ucraino». L’unica, per Petrini, è «sollevare un movimento dal basso per realizzare piccoli comportamenti virtuosi che se diventano collettivi cominciano ad avere quella rilevanza politica dinanzi alla quale anche la politica debba prendere posizione». Come le Comunità Laudato si’, appunto. Sul cibo, torna a evidenziare come «il principale responsabile di questo sconquasso ambientale è il sistema alimentare» con l’eccessivo consumo di carne, che significa milioni di ettari di terreno sottratto alle foreste e all’agricoltura e milioni di metri cubi di acqua utilizzati. L’indicazione resta, allora, quella di ridurre del 50 per cento il consumo di carne. Nella seconda parte del pomeriggio si è presentata l’opportunità delle comunità energetiche, a partire da un’esperienza che può fungere da modello: quella realizzata a Magliano Alpi, nel Cuneese. A parlarne il sindaco Marco Bailo e presidente della Comunità Energetica Rinnovabile, che ne ha illustrato innanzitutto la filosofia di partenza: «Far capire al cittadino che è una cosa conveniente ma non solo dal punto di vista economico: prima ancora l’importanza di ricostruire una comunità». A spiegare genesi, funzionamento, organizzazione, il presidente del comitato scientifico che ha seguito il progetto, il professor Sergio Olivero, e il tecnico Luca Barbero.
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