Sull'Osservatore Romano

Chi mette radici non muore mai / CLs Fossano

Un triste giorno di un mese fa, alcuni amici intimi e rappresentanti della Comunità Laudato sì di Fossano si sono detti: «Dobbiamo piantare un albero in suo ricordo». «Vorrei che fosse un ginkgo biloba», disse quel giorno qualcun altro. Il gruppo piemontese, lo scorso novembre, si è trovato ad affrontare una grave perdita, la scomparsa di Andre, uno dei componenti della Comunità. Andrea era un giovane papà e un collaboratore carico di energia, pieno di entisiasmo e linfa buona. «In seguito alla sua morte, abbiamo pensato di piantare un albero in suo onore, e a questa piantumazione è seguita l’esigenza di fare altro, di più, come suggerito anche dagli incontri ed iniziative legate anche, e non solo, alle Comunità Laudato sì», dice il gruppo di Fossano. La scorsa settimana ha avuto infatti inizio il primo di tre incontri sulla bellezza e sull’imp ortanza degli alberi, e si concluderà con la presentazione del progetto della Comunità dal titolo “Inalb eriamo ci”. «Al termine dell’iniziativa daremo in adozione degli alberi da piantare a casa propria, o in mancanza di spazio proprio, in uno spazio comune all’interno del nostro territorio comunale». Intanto, per superare insieme il dolore e per lasciare qualcosa in suo ricordo, c’è la rigogliosità verdeggiante del ginkgo biloba. «È vero, non è una pianta autoctona, ma per noi rappresenta in pieno Andre: è resistente e forte, e in autunno prima di lasciare il suo vigoroso fogliame per nutrire la terra si tinge di un colore forte, intenso, di color giallo sole: di quel colore che ti scalda solo ad osservarlo nonostante sia autunno inoltrato», dicono gli amici della Comunità. «Il ginkgo biloba è considerato un fossile vivente, uno degli alberi più antichi sulla terra. Inoltre è anche resistente all’ inquinamento, tanto da essere l’unico sopravvissuto alla nube tossica della bomba atomica di Hiroshima. Una piante che ha inoltre proprietà benefiche riconosciute fin dall’antichità dalla medicina orientale, confermate anche oggi dalle ricerche medicoscientifiche ». Se dunque Andre faceva del bene all’ambiente e alle persone, anche la “sua” pianta lo farà. «Ecco, anche per questo lo abbiamo scelto. Chi ha avuto la fortuna di incontrare Andre lo può gridare a gran voce: lui per la sua famiglia, per gli amici, per i colleghi aveva proprietà benefiche, faceva letteralmente bene all’anima! Tutte le caratteristiche di questa pianta riportano al nostro amico, ed è per questo che l’abbiamo scelta ed anche amichevolmente battezzata “Ginkgo Andre”». La pianta troverà casa nei prossimi giorni vicino alla panchina gigante situata lungo il “Sentiero dell’Anima”, dove tutti gli amici della Comunità Laudato sì di Fossano, e non solo, potranno andare a trovarlo.

Foto di Henryk Niestrój da Pixabay

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