Un albero in più

Un albero per ogni italiano: Bergamo com’è messa?

Sarà condotto sul tema “Semi di ricostruzione” l’appuntamento di Bergamo con il primo road show delle Comunità Laudato si’. Martedì 1 ottobre dalle ore 19 presso l’Abbazia San Paolo d’Argon si farà il punto sugli interventi di ricostruzione nelle “terre mutate”. Al centro dell’attenzione, in particolare, i progetti che hanno riguardato i monasteri, centri di cultura, arte e di fede, dai quale può ripartire la spinta per rimettere in moto le comunità e riaccendere anche l’interesse turistico. Interverranno Domenico Pompili, Luciano Gualzetti, Roberto Trussardi, direttore della Caritas Bergamasca e Giulio Dellavite, segretario generale della Diocesi di Bergamo.

Ma a proposito di “semi”, di sicuro durante la giornata non mancherà l’occasione per parlare del progetto “Un albero in più”, che lanciato da pochi giorni dalle Comunità Laudato si’, che sta animando in modo significativo il dibattito ambientalista in Italia. Formulato da dal presidente di Slow Food Carlo Petrini, da Stefano Mancuso, scienziato e direttore di LINV (International Laboratory for Plant Neurobiology) e dal vescovo di Rieti Domenico Pompili, l’appello chiede a istituzioni e cittadini di piantare sessanta milioni di alberi, suppergiù uno per ogni abitante del suolo italiano, neonati compresi.

Temi che, oggi come non mai, toccano un po’ tutti, in ogni angolo del mondo. Anche in Italia e dunque anche a Bergamo. Nella città, infatti, non è mancato chi si è chiesto come si posizionerebbe il proprio conttesto nel Belpaese, scoprendo che le cose non vanno poi tanto male.

Lo ha spiegato a «Bergamo News», intervistato da Luca Bassi, Raoul Tiraboschi, il locale fiduciario di Slow Food, impegnata per un’alimentazione pulita e giusta per tutti, oltre che sui temi delicati e importanti sull’ambiente. «Nella nostra città – spiega Tiraboschi – c’è una grande attenzione a tutto questo. Sui giornali certe tematiche sono salite alla ribalta da poco, ma a Bergamo se ne parla da almeno cinque anni. Penso all’allargamento del Parco dei Colli, alla piantumazione dei nuovi alberi, agli eventi dell’orto botanico, agli interventi fatti nella Val d’Astino e agli orti didattici presenti in ogni scuola della città. Senza dimenticare che a Scanzorosciate, in provincia, c’è l’orto didattico più grande d’Italia: è fondamentale partire dai più piccoli per spingere verso un cambiamento vero. Insomma, mi sembra di poter dire che siamo sulla strada giusta».

A dare man forte all’ottimismo di Tiraboschi, si legge ancora su «Bergamo News», ci sono i dati. La città risulta essere la terza più green d’Italia, considerando incidenza, pianificazione e disponibilità del verde pubblico. «Dei 2 milioni di metri quadrati adibiti a verde pubblico – si legge sul portale «Bergamo in chiaro», gestito dall’amministrazione comunale – 555mila sono occupati da parchi, 352mila da giardini, 545mila da aree verdi e 362mila da aiuole e spartitraffico, mentre la rimanente parte di verde (195mila mq circa) è di pertinenza degli edifici scolastici».

Ad oggi sono stati contati sul territorio comunale più di 39mila esemplari tra alberi e arbusti di grandi dimensioni, con una dotazione media di 1 albero ogni 3 abitanti. E col Programma Triennale dei Lavori Pubblici 2019-2021, che prevede la messa a dimora di nuove alberature funzionali alle ristrutturazioni e riqualificazioni di aree verdi e percorsi, i dati sembrano destinati a migliorare ulteriormente.

Bergamo, inoltre, nel gennaio scorso è stata tra le 200 città italiane che hanno scelto di firmare la Carta di Milano, il documento che elenca i principi riguardanti il tema della nutrizione, della sostenibilità ambientale e dei diritti umani: «Nelle cinque priorità c’è proprio la valorizzazione del verde – spiega Tiraboschi – e aver aderito a questa iniziativa fa capire in che senso ha deciso di muoversi l’amministrazione». In Lombardia solo tre città hanno firmato, oltre a Bergamo: Milano, Lecco e Cremona.

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