Nell’ambito dei festeggiamenti in occasione del xx anniversario della Canonizzazione di san Pio da Pietrelcina, avvenuta il 16 giugno 2002, la Comunità Laudato si’ di San Giovanni Rotondo ha organizzato per il 13 giugno scorso la conferenza “Da Francesco a Francesco. Ecologia integrale e santità”, svolta presso il chiostro comunale di San Giovanni Rotondo. Al partecipato evento è intervenuto per un saluto il sindaco Michele Crisetti, poi è toccato a padre Ermes Ronchi e Marina Marcolini, anime attive della Comunità Laudato si’ di Isola Vicentina, offrire la loro riflessione.
Il tema scelto è quello dell’ecologia integrale, con le riflessioni e le parole ricavate dall’enciclica “Laudato si” di Papa Francesco. «È la prima volta che il titolo di un’enciclica non è in latino», ha detto padre Ermes, il quale ha anche spiegato come la Chiesa oggi abbia principalmente due missioni: in primis quella di «dedicarsi alle persone che sono in condizioni di disagio, privazione o sofferenza, e offrire loro aiuto, conforto e misericordia», ma «dovrebbe anche avere quella di fare profezia sui grandi mali strutturali del mondo: la distruzione della natura, l’ingiusta divisione delle risorse, il commercio delle armi, la guerra, le grandi migrazioni umane».
Chiesa come un buon Samaritano dunque, ma anche Chiesa come ospedale da campo e come profeta sulle grandi questioni sociali ed etiche. Il concetto di ecologia integrale non è nuovo, ma nella lettera del Santo Padre viene ribadito che l’ecologia ha una connessione non solo con l’ambiente, ma anche con le persone. Il Papa chiama tutti ad una conversione eco-logica, allo scopo di convertirsi per convertire ed essere quella Chiesa in uscita che tanto auspica. «San Francesco voleva che nell’orto del convento fosse conservato un angolo incolto. Dove la natura fosse libera di crescere, di fiorire e di scegliere. Un angolo di libertà in cui il creato sia libero di fare ciò che vuole lui, non quello che voglio io. Un angolo selvatico, più vicino all’origine del mondo. Un angolo bello, di una bellezza primordiale che preceda l’idea del bello che ci siamo fatti noi. Che si avvicini più all’idea del bello che ha Dio. Quando vide ciò che aveva fatto, gridò: “Ma che bello! Siete bellissimi”. Per accedere a questa antica meraviglia, un angolo incolto, ma proprio per questo più vero. Di una verità originaria, da contemplare non da sfruttare. Dove le creature possano semplicemente cantare l’inno della propria esistenza e dare lode a Dio per il semplice fatto di esserci, di essere al mondo come creature e figli di Dio. Ecco, l’angolo della contemplazione».
Un incontro che ha permesso di spaziare da Francesco d’Assisi a Papa Bergoglio, anche attraverso la dialettica, la vicinanza, la comunione, «la loro arte dell’accompagnamento ponendosi al fianco, attraverso la predisposizione francescana della prossimità». Padre Ermes ha raccontato il suo incontro con il Pontefice: «Mentre tutti gli baciavano la mano o l’anello io ho chiesto se potevo abbracciarlo, così l’ho stretto forte e mi sono tenuto nel cuore quel ricordo: si sta bene vicino a lui, perché il Papa è un uomo che è riuscito a realizzare l’economia del dono, l’ecologia umana».
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