Sull'Osservatore Romano

Dentro e fuori la chiesa

La Comunità di Trento nasce come gruppo spontaneo e risulta eterogeneo per età, sesso e contesti di provenienza. L’avvicinamento al progetto delle Comunità Laudato si’ voluto da Slow Food e Chiesa di Rieti avviene a seguito del percorso di vita, della formazione personale, e talvolta anche professionale di ciascun componente. Fin dall’inizio la costituzione del gruppo è stata seguita e sostenuta dalla diocesi di Trento, in particolare dall’area “Testimonianza e Impegno Sociale”.

In quanto agli ambiti di intervento, la Comunità trentina aspira a diventare un riferimento — o quantomeno un interlocutore riconosciuto — provando a fare da ponte tra le varie realtà che ruotano e si muovono attorno alle tematiche di cura e custodia della Terra. In particolare, in un’ottica di approfondimento della conoscenza di tali tematiche, il gruppo volge a rielaborare e riflettere al proprio interno, ed aspira ad allargare ed entusiasmare così anche l’esterno, affinché l’ecologia integrale si imponga come tema rilevante nella società. La Chiesa trentina ha rilanciato l’impegno per il creato e gli stili di vita sostenibili nell’ambito della Settimana Laudato si’ dello scorso anno, a sei anni esatti dalla pubblicazione dell’enciclica di Papa Francesco, promuovendo un video-dibattito dal titolo provocatorio “Laudato si’: un equivoco?”. È stata anche l’occasione per presentare l’istituzione della prima Comunità Laudato si’ in Trentino.

Durante l’incontro, moderato dal direttore di «Vita Trentina», Diego Andreatta, sono state affrontate le sfide dell’enciclica rilanciate in un videocollegamento dal missionario trentino in Bolivia padre Fabio Garbari e riprese in studio dalla teologa Cristina Simonelli, presidente del Coordinamento delle teologhe italiane, dalla storica dell’economia Vera Negri Zamagni, docente presso l’Università di Bologna e da don Cristiano Bettega, delegato dell’Area testimonianza e impegno sociale della Diocesi. Tra gli ospiti anche il referente della Comunità locale Michele Tomasi, 39 anni, insegnante di religione.

In un’ottica di servizio, il gruppo si propone poi di impegnarsi in ambito educativo, informativo, di testimonianza e solidarietà. Sulla base degli ambiti di intervento, la neonata Comunità auspica di diventare un interlocutore valido ed efficace nella realizzazione di percorsi educativi per le scuole di ogni grado, nel costruire e pensare interventi in ambito di testimonianza e catechesi verso tutte le fasce d’età, nonché nel proporre contenuti e costituire una sorta di “finestra informativa” periodica sulla stampa e negli organi di informazione locali.

Inoltre, il gruppo si impegna ad effettuare attività di sensibilizzazione e di racconto di buone pratiche, di condividere e vivere anche la dimensione solidale e di attenzione alle fragilità della persona in ottica di ecologia integrale. In tempo di pandemia, il gruppo trentino, pur fermo fisicamente, sta elaborando nuove prospettive da sviluppare a livello diocesano in quanto a stili di vita responsabili e sostenibili che possano avere un’eco anche all’esterno del contesto ecclesiale.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

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