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La Comunità Roma 2 alla scoperta dei ponti del Tevere

"Specchiarsi nel Tevere, di ponte in ponte: arte, ambiente relazioni per una ecologia integrale": questo il nome della nuova esperienza vissuta dalla Comunità Laudato sì Roma 2

Specchiarsi nel Tevere, di ponte in ponte: arte, ambiente relazioni per una ecologia integrale: questo il nome della nuova esperienza vissuta dalla Comunità Laudato sì – Roma 2.

«Siamo stati insieme a tanti nuovi amici in un pomeriggio che, dopo le vampate di caldo della mattina, ci ha fatto assaporare anche i rombi di tuono della vigilia di Pentecoste», dicono i referenti.

Ma la passeggiata – o meglio l’esperienza – non ne è stata intaccata: la meticolosa preparazione di Anita, Luisa e Luigi, hanno consentito uno svolgimento ordinato e tranquillo. «Abbiamo visto e costeggiato dal basso la città e il fiume, guardandola da una diversa prospettiva, con occhi diversi. O almeno ci abbiamo provato, anche se questo ci ha portato a vedere quello che avremmo voluto non ci fosse: tende abitate sotto i ponti, pescatori di oggetti anche pericolosi che emergevano dai fondali, rifiuti lasciati senza ritegno, la lapide di un bambino gettato nel fiume nel febbraio 2012 – il piccolo Claudio – all’altezza del ponte Mazzini».

«E una grande bellezza da assaporare ma anche da aiutare a rimanere tale e ci ha aiutato rimanere qualche minuto in silenzio, in ascolto del grido della terra e dei poveri. Ma poiché non si è trattato solo di una passeggiata – e proprio perché il 27 maggio era in piena settimana Laudato si’ – il taglio dell’ecologia integrale ha fatto la differenza. Interessanti e coinvolgenti le testimonianze sia sul danno per l’ecosistema urbano causato da un eccessivo consumo di suolo (Giuseppe) sia su varie esperienze di accoglienza e aiuto ai più bisognosi, nel servizio alle mense Caritas (Francesca ed Enrico) e nel nel servizio notturno ai senza fissa dimora (Stefano) trovando occasione nell’ammirazione delle statue dello scultore canadese Timothy Schmalz (autore anche della nave dei migranti collocata in piazza san Pietro) collocate presso l’ingresso dell’ospedale Santo Spirito. E infine, sotto la pioggia che iniziava a cadere, un piccolo dono ai partecipanti di bustine di semi da piantare per attrarre api e un segnalibro per ricordare due ore trascorse in serenità e bellezza, e soprattutto con una nuova consapevolezza di quello che significa fare la propria parte per la cura della casa comune. Di ponte in ponte…non solo da ponte Garibaldi a ponte Amedeo d’Aosta, ma di relazione in relazione, alla ricerca di quello che unisce e ci accomuna. Perché tutto è connesso».

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