“Laudato” è il nome di un “Grignolino d’Asti” molto particolare. La sua storia inizia il 13 marzo del 2013, giorno dell’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro. Mentre in Vaticano è in corso il conclave, alcuni amici, riuniti in una sala del Comune di Portacomaro, in provincia di Asti, decidono d’intesa con l’amministrazione di impiantare una vigna su un terreno incolto da anni. Nasce così, da un gesto d’amore spontaneo, quella che dopo l’elezione del Pontefice sarà denominata la “Vigna del Papa”, in omaggio alle origini della famiglia di Papa Francesco che affonda le sue antiche radici proprio nell’astigiano. Una nuova vigna da gestire attraverso il lavoro di volontari come esempio di recupero ambientale, nel solco della tradizione vitivinicola del paese. Il terreno si trova al centro del paese, a metà strada tra la cascina dei Bergoglio dove nacque il nonno di Papa Francesco e la chiesa di San Bartolomeo, dove fu battezzato. Nel mese di maggio 2013 la realizzazione dell’impianto: 1600 barbatelle di Grignolino da Grignolino d’Asti doc, su un’area di circa mezzo ettaro. Nel 2016 la prima vendemmia: sette quintali circa, vinificazione sperimentale da parte del Centro ricerca enologica del Crea di Asti, cinquecento bottiglie prodotte.
Al vino viene attribuito il nome “Laudato”, come il titolo dell’enciclica papale sui temi dell’ecologia integrale. L’etichetta cambia ogni anno, e viene realizzata da un autore sempre diverso, proveniente da varie parti d’Italia. Dal 2018 la vinificazione delle uve è affidata alla ditta Goggiano di Refrancore, condotta dai fratelli portacomaresi Stefano e Andrea Scassa per conto dell’Associazione Produttori Bottega del Grignolino.
Con il ricavato dalla diffusione del prodotto, recuperate spese di impianto e gestione, il progetto prevede si alimenti la collaborazione ad iniziative solidali, locali e non, anche attraverso la rete delle Comunità Laudato sì, presentata a Portacomaro nell’ottobre 2018.
La gestione della “Vigna del Papa” è stata affidata ad un gruppo di volontari coordinati da Carlo Cerrato, ex giornalista Rai e già sindaco dal paese. Volontari di tutte le età che rappresentano di fatto il primo nucleo della Comunità, cui si sono aggiunti numerosi sostenitori del progetto anche attraverso il meccanismo “Adotta una vite”, mediante il quale a seguito di una piccola raccolta fondi furono sostenute le prime spese.
La produzione è poco più che simbolica: circa 1500 bottiglie l’anno distribuite attraverso il passaparola, senza fini di lucro, ma al solo scopo di raccolta fondi per lo sviluppo del progetto e per iniziative di solidarietà, di ricerca e sensibilizzazione ai temi ambientali.
Un vigna che assume un grande valore simbolico, con valenza ambientale, culturale, scientifica e solidale. Inoltre, fin dall’inizio sono stati coinvolti gli alunni delle scuole locali e — com’era un tempo — la vendemmia è stata riproposta come occasione di festa e di incontro tra generazioni.
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