Sull'Osservatore Romano

Sui sentieri della responsabilità

Il gruppo della Comunità Laudato si’ di Cantù è nato nell’ottobre dello scorso anno dalla volontà di alcuni componenti della Commissione cultura della Comunità pastorale San Vincenzo di Cantù, per cercare di dare concretezza al messaggio che Papa Francesco ha trasmesso con la sua enciclica.

Al gruppo iniziale si sono successivamente aggiunte altre persone e i rappresentanti di alcune associazioni appartenenti al terzo settore e operanti nell’ambito sociale e ambientale. «Siamo un gruppo di cittadini riuniti in un’associazione libera e spontanea, senza limitazioni o restrizioni di sorta, aperti alle realtà del territorio: vogliamo condividere riflessioni, iniziative, sinergie su tematiche comuni», dicono i referenti descrivendo la visione della Comunità. «Oggi la nostra terra madre è una sorella che protesta per il male che è stato causato dal nostro irresponsabile modo di usare e abusare dei beni da lei prodotti. La nostra coscienza ci dice che non possiamo più ignorare le sofferenze dei più poveri, le crescenti disuguaglianze economiche e ingiustizie sociali. Oggi l’economia deve obbligatoriamente considerare il suo impatto sull’ambiente e la dignità della persona e non limitarsi alla produzione e alla distribuzione. Per questo siamo chiamati a scegliere nuovi paradigmi e compiere nuove scelte, non più procrastinabili».

Per caratterizzare in senso proprio la propria esperienza, il gruppo di Cantù propone che questa si orienti anche verso alcuni sentieri lungo i quali guadagnare orientamenti di senso e azioni concrete da sviluppare nel territorio, con ogni organizzazione e ogni cittadino interessati. Nel primo sentiero si incanalano l’ascolto, il dialogo e il confronto. E nel secondo si inserisce la solidarietà, «perché il principio del bene comune si trasforma immediatamente in una chiamata all’aiuto, che c’insegna ad avere uno sguardo etico sul mondo e su ogni attività che l’uomo compie. Senza solidarietà non c’è tessuto sociale». Senza dimenticare il dono e la gratuità: «La logica del dono non richiede contropartite e aiuta ad entrare nella logica della gratuità, che ha a che fare con la dimensione dell’agire umano. Dono e gratuità sono azioni che si presentano libere, sincere e buone in sé».

Occorre inoltre non dimenticare di uscire dall’indifferenza, per diventare veramente persone responsabili e consapevoli. «Per la nostra Comunità — dicono da Cantù — abbiamo pensato a un’organizzazione snella, che si concretizza nel favorire un lavoro per processi, sostenendo il cambiamento rispetto ai temi legati alla cura della casa comune attraverso iniziative collettive, ma anche per mezzo di eventi ed attività. Inoltre, vogliamo anticipare —dove possibile — gli interventi, facendo leva sul fabbisogno del territorio e cercando di fare ciò che concretamente è utile. Questo sarà compiuto dando valore e organizzazione a ciò che è realizzato, favorendo allo stesso tempo responsabilità interne alla nostra Comunità». Il tutto attraverso un impegno che dovrà essere il prodotto di uno sforzo quotidiano e reiterato nel tempo, che sappia generare condivisione, confronto e mediazione tra tutti gli attori coinvolti.

Senza mai dimenticare di fare rete e costruire relazioni aperte e sinergiche, tutte volte alla costruzione di azioni sapienti.

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