News, Primo Piano

Dall’io al noi: nasce la Comunità Laudato sì di Modena

Trenta persone di diverse estrazioni, hanno dato vita a una piattaforma di cittadinanza attiva per condividere valori di giustizia sociale

Ecologia non vuoi dire soltanto rispettare l’ambiente, la natura, il creato, ma significa anche prendersi cura di chi abbiamo accanto, di chi magari soffre in silenzio a due passi da noi. La questione ambientale dunque è strettamente legata a quella sociale. Nella nostra casa comune, «tutto è connesso», ricorda monsignor Giuliano Gazzetti, vicario generale dell’arcidiocesi di Modena.

E, come ci ha ricordato papa Francesco, siamo tutti sulla stessa barca. Ma purtroppo oggi sempre più si ragiona invece in termini individualistici e il tessuto sociale si disgrega, quando invece dall’io dovremmo passare al ‘noi’. Con questi principi nasce anche a Modena la prima Comunità Laudato si’, che anche nel nome trae ispirazione dall’omonima enciclica del Papa: un gruppo di una trentina di persone, di diverse estrazioni sociali e culturali, hanno dato vita a una piattaforma di ‘cittadinanza attiva’ per condividere e mettere in pratica valori di giustizia sociale.

«La comunità vuole appunto perseguire il paradigma dell’ecologia integrale, riconoscendo che la insostenibilità ambientale e l’ingiustizia sociale sono due facce della stessa medaglia», spiega Estefano Jesus Soler Tamburrini, uno dei fondatori del gruppo che si è costituito al quartiere Crocetta, dove già la Caritas diocesana ha avviato il progetto «Fiducia nella città» per contrastare la povertà educativa, «tutto ciò che allontana le persone dalla vita comunitaria, e porta alla solitudine e all’isolamento», ricorda il vicedirettore Federico Valenzano.

Le Comunità Laudato si’ stanno spuntando in tutta Italia: le prime sono nate per iniziativa del vescovo di Rieti e del fondatore di Slow Food Carlo Petrini, dopo il terremoto che ha sconvolto il centro Italia. E tanto più dopo la pandemia, si è avvertita ancora più urgente una domanda (rimarcata anche dal nostro arcivescovo in vari interventi): che senso avrebbe che tutto rimanesse come prima?

«La Chiesa dunque si sente vicina a esperienze attive e concrete che portino a formare una nuova cultura dell’uomo», aggiunge monsignor Gazzetti.

«La società contemporanea è caratterizzata dalla fretta, che accentua l’individualismo – sottolinea il vicario- dobbiamo invece recuperare legami di accoglienza e di amicizia che servano appunto a spargere un seme di ecologia integrale».

 

Stefano Marchetti per Il Resto del Carlino Modena

Previous ArticleNext Article