Nei mesi invernali, quando le temperature sembrano disincentivare esperienze e attività all’aperto, la Comunità Laudato sì Roma 2 ha continuato il suo impegno per l’ecologia integrale ideando e promuovendo attività di formazione e informazione.
Come i Percorsi di ecologia integrale – moduli formativi adatti ad ogni contestualizzazione e personalizzazione – che stanno coinvolgendo studenti di un liceo di Roma nonché docenti della scuola primaria e dell’infanzia. Occasioni di sensibilizzazione sulle motivazioni che aiutano a mettersi in ascolto del “grido della terra” e del “grido dei poveri” e avviare, ciascuno nel proprio ambito, buone pratiche per contribuire ad un uso più informato e responsabile delle risorse disponibili, come uomini di buona volontà che si prendono cura della casa comune.
La Comunità romana si sta impegnando anche a livello di informazione e comunicazione sui carismi che la Laudato si’ sta suscitando nel territorio e degli strumenti a disposizione per essere attenti alle necessità delle categorie in difficoltà. Per questo ha inteso occuparsi di un settore che sta riscuotendo molto interesse ed entusiasmo, l’economia sospesa, e ha promosso a tal fine un evento online al quale hanno preso parte rappresentanti di altre Comunità e circoli in tutta Italia.
Ospite dell’incontro è stato il dottor Giandonato Salvia che, nonostante la sua giovane età, ha coniugato la sua competenza professionale in economia e mercati finanziari con la creatività nell’applicare il concetto e l’esperienza del “caffè sospeso” con il desiderio di guarire le ferite causate dalle ingiustizie sociali che, sin dalla infanzia, ha avuto modo di incontrare al seguito del padre medico e missionario in varie zone dell’Africa.
In particolare, Giandonato ha voluto creare uno strumento per mettere insieme due elementi spesso considerati in contraddizione – economia e dono: si tratta della App Tucum – dal nome di un anello di noce di cocco indossato originariamente dagli indios del Brasile in segno di fratellanza, oggi divenuto simbolo di lotta alle povertà e difesa degli ultimi.
Attraverso la App – che vanta un protettore d’eccezione come Carlo Acutis – si creano le condizioni perché nell’economia sospesa ciascuno possa fare la “propria parte” mettendo in relazione cittadini, attività economiche, liberi professionisti, enti del terzo settore. Molti sono i principi della enciclica Laudato sì che si possono richiamare: sicuramente quello di comportarsi e di voler far comportare le creature come amministratori responsabili delle risorse messe a disposizione. E ancora emerge forte il desiderio che tutta la famiglia umana possa giungere a realizzare uno sviluppo sostenibile e integrale, certi che le cose possono cambiare. La cura per le relazioni si concretizza soprattutto nel riscatto dei poveri che, trattati con dignità e messi nelle condizioni di esprimere i propri talenti, possono a loro volta diventare artefici e promotori dello sviluppo proprio e altrui, donando a oro volta quello che gratuitamente hanno ricevuto.
Si supera quindi una concezione meramente assistenzialista nei confronti delle persone in difficoltà e le si pone nella condizione di essere protagonisti del proprio futuro che passa attraverso la rigenerazione delle relazioni nei quartieri e ambienti di vita. Attraverso la App si promuovono le piccole attività di quartiere, si contrasta il fenomeno dei falsi poveri e del racket dell’elemosina, si favorisce l’inserimento lavorativo dei beneficiari attraverso la piattaforma fra job.
Giandonato ha riservato solo qualche minuto a una spiegazione tecnica del funzionamento della app e ha preferito soffermarsi sulle motivazioni di fondo del progetto: entusiasmo ed accoglienza della sua testimonianza appassionata e concreta hanno affascinato i partecipanti.
La Comunità Laudato sì di Roma 2 prenderà in considerazione la possibilità di rendere concreto sul territorio il progetto ma, fedele alla sua mission di dare voce e sostegno a vari strumenti di ecologia integrale, contribuirà a far conoscere il programma Tucum nel quartiere.
Rimane fondamentalmente la gioia per la capacità di donare “a cascata” che si sta producendo: le attività che vi aderiscono, infatti, da una parte sono in prima linea nella fare del bene alle famiglie in difficoltà e accompagnarle nel percorso di riscatto sociale ma, nello stesso tempo, vengono sostenute nel loro lavoro.
Significativa, in questa circolarità di bene, la previsione che le famiglie stesse siano chiamate a loro volta a divenire sostegno per altre versando all’ente strutturale un contributo mensile di 2 € come segno di responsabilità e di partecipazione al progetto.
E le testimonianze che Giandonato ha raccontato sono davvero significative e illuminanti.