All’inizio fu l’uscita dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, un testo che segna un cambio di passo rivoluzionario nel cammino secolare della dottrina sociale della Chiesa: l’uomo al centro del Creato, il Creato come «casa comune» da salvaguardare e da proteggere. Una decisa presa di posizione ecologica e ambientalista – nel senso più «integrale» del termine – una vibrante esortazione a riparare i danni che l’uomo sta causando a nostra Madre Terra, all’opera più preziosa e importante della Creazione. Poi venne l’intuizione di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che da una postazione laica afferrò e fece proprio il pensiero di Francesco, plasmandolo e declinandolo secondo i protocolli umani ed etici della Comunità Laudato Si’, fondata con mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti e formidabile sostenitore del nuovo pensiero comunitario.
Quindi, nel maggio dello scorso anno ci fu la nascita della Comunità Laudato si’ a Treviso, che abbiamo chiamato “Treviso/Africa” per evidenziare e sancire il legame umano, sociale e culturale che ci lega all’Africa, una terra e una comunità con cui condividiamo princìpi, valori ed anche una comune identità storico-culturale.
Da allora il nostro percorso progettuale si è snodato attraverso alcuni incontri comunitari: un viaggio ad Amatrice (Rieti) alla fine di luglio dello scorso anno per partecipare al primo Forum di tutte le Comunità Laudato si’ organizzato dalla Chiesa di Rieti e da Slow Food, seguito nel mese di settembre dal primo «Forum di Cadolten», ovvero alcune giornate di studio e di riflessione sui temi della Laudato si’, che ha visto la partecipazione di una decina di giovani trevigiani e di alcuni immigrati, promosso dalla Cooperativa sociale Hilal e dalla Comunità Laudato si’ Treviso/Africa.
Ed eccoci arrivati all’evento del 12 gennaio scorso, oggetto del lavoro editoriale che vi presentiamo attraverso la pubblicazione degli interventi degli ospiti invitati.
La manifestazione è stata ideata e promossa dalla Condotta Slow Food di Treviso e dalla nostra Comunità Laudato si’ Treviso/Africa, in collaborazione con la Fondazione Benetton, per ricordare Federico Coghetto, un ragazzo che è mancato alcuni anni fa e che aveva fatto proprie le idealità e le tematiche dell’ecologia e della giustizia sociale, che facevano parte del suo progetto esistenziale.
L’evento, coordinato da Gino Bortoletto di Slow Food/Terramadre, ha rappresentato un forte momento aggregativo ed un energico invito a prendere in consegna il messaggio della Laudato si’, scandito e modulato attraverso le esortazioni di Papa Francesco a prendersi cura della casa comune e del destino della terra, saccheggiata e violentata ad opera dell’uomo attraverso un modello di sviluppo divenuto ormai intollerabile. E che vede la natura come materia prima al servizio della manipolazione della tecnica, com’è stato osservato in alcuni passaggi dell’enciclica.
L’invito pressante e potente, amplificato dalle parole del pontefice e raccolto da mons. Domenico Pompili nella parte conclusiva dell’evento e offerto al numeroso pubblico presente con straordinaria capacità esplicativa e dialettica, è diventato il leitmotiv della Comunità Laudato si’, un tracciato progettuale declinato secondi i princìpi e i valori di una dottrina sociale che pone gli esseri umani in intima e armoniosa relazione con l’ambiente, la natura e il Creato.
Il tutto, accompagnato da un’incalzante esortazione ad invertire decisamente la rotta dei nostri modelli di sviluppo, convertendo i nostri progetti distruttivi in una ricostruzione morale e materiale del pianeta che ci ospita e della società che vogliamo costruire per un futuro prossimo, riscoprendo il valore di un’antropologia equilibrata, dove il singolo essere umano è sempre in comunione con tutti i suoi simili e in cui tutte le cose sono interconnesse, formando un grande “tutto”.
Questo è il grande messaggio che papa Francesco ha voluto trasmettere a tutti gli esseri viventi con la sua straordinaria enciclica e che è stato il generatore simbolico e propulsivo di tutti gli interventi, molto intensi e applauditi, tra i quali vanno messi in evidenza, per freschezza tematica e autentico slancio etico e civile, i contributi dei giovani di un liceo trevigiano, che si stagliano all’orizzonte delle nostre coscienze come richiami morali, civili ed etici ormai imprescindibili.